Alcara Li Fusi

17 aprile 2019

Le Rocche del Castro, una parete rocciosa di grande e rara bellezza, formata da calcari dolomitici dai tenui colori bianco e rosa, che sembrano abbracciare con delicatezza il tranquillo e placido borgo di “Al-Qarah” con quella stessa identica tenerezza che ha una madre quando abbraccia la propria creatura. E’ questa la sensazione che si prova guardando il paesaggio dal finestrino dell’auto avvicinandosi ad Alcara Li Fusi, quattrocento e più metri sul livello del Mar Tirreno, circa 1800 anime nel cuore dei Nebrodi, più o meno a metà strada tra Messina e Palermo.

Il nostro appuntamento con Nicola è al Bivio della Madonnina, il tempo di presentarci, scambiare quattro chiacchiere e proseguire in direzione del Monastero di Santa Maria del Rogato. Lo raggiungiamo attraverso un arduo e tortuoso sterrato sul versante sinistro della vallata del fiume Rosmarino. E’ un cenobio basiliano fondato, si pensa, verso la fine dell’XI secolo dai monaci che s’ispirarono alla regola del vescovo e teologo greco Basilio Magno. E’ il luogo dove furono poste a riposare le spoglie del frate eremita San Nicolò Politi da Adrano. Luogo simbolo e sacro per l’intera comunità alcarese, luogo di profonda e rispettosa devozione per un Santo che ha legato indissolubilmente la sua vita alla storia cittadina. In questo minuto monastero, il 17 agosto del 1167, San Nicolò Politi salì in cielo e i fedeli alcaresi ricordano il loro patrono recandosi ogni anno in pellegrinaggio. Il monastero è anche conosciuto, ai veri amanti dell’arte, perché custodisce un eccezionale e prezioso affresco della cultura pittorica bizantina, la Κοίμησις τῆς παναγίας, la “Dormitio Virginis”, un’Ascensione della Vergine raffigurata secondo i canoni bizantini, ascrivibile tra gli inizi del 1196 e non oltre il 1291, rappresenta una delle poche testimonianze pittoriche ancora leggibili della presenza del monachesimo basiliano in Sicilia.

Lasciato il monastero, si decide di raggiungere la chiesetta della Madonna delle Grazie situata ai piedi della Rocca Traura. Rimaniamo con il naso all’insù non solo ad ammirare questa incredibile meraviglia della natura di 1135 metri, ma cercando anche di scorgere i grifoni in volo. Purtroppo siamo riusciti ad intravedere pochi esemplari di questi imponenti volatili che gli anziani chiamavano nel loro antico dialetto “i vuturuna”, cioè i veleggiatori, per via della loro tecnica di volo che sfrutta le correnti ascensionali che sfiorano le ripide pareti delle Rocche.

Ci spostiamo un paio di chilometri in direzione opposta per visitare e fotografare il Borgo Stella, un sito etno-antropologico di particolare interesse ed importanza, un arcaico agglomerato rurale costituito da capanni in pietra a secco con coperture in “pagghiara”, con recinti per il ricovero del bestiame.

Riprendiamo la strada verso il paese e ci fermiamo per una visita alla suggestiva Chiesa del Rosario, con un bel portico del XV secolo, all’interno della chiesa è custodita una pregevole statua marmorea di Maria SS. della Catena di scuola gaginiana.

Qui incontriamo Nicole, Alessandra e Anaele che insieme a Nicola, il nostro “cicerone” ed altri, fanno parte del “Gruppo Volontari ANSPI Alcara Li Fusi”. Un gruppo nato nel 2014, di giovani volontari, che con entusiasmo e professionalità accolgono i visitatori che arrivano al borgo per visitare le chiese e i monumenti. Sono rimasto piacevolmente sorpreso, non solo io ma anche gli altri del gruppo “Taoclick”, dalla competenza e dalla simpatia con la quale ci hanno accolti e, lasciatemelo dire, ho provato un po’ d’invidia, di quella sana, pensando ai nostri giovani che purtroppo si lasciano facilmente distrarre da altre attività. Un plauso a questi volontari che con semplicità e con il cuore preservano quella memoria storica e culturale della nostra isola tanto cara a noi di “Taoclick”.

Tutti insieme facciamo tappa al Museo d’Arte Sacra, ospitato negli ambienti dell’antico Monastero delle Vergini Benedettine connesso con l’adiacente Chiesa di Sant’Andrea, vanta opere pregevolissime che comprendono espressioni artistiche di vario genere, tra le quali un’interessante tavola della Madonna col Bambino tra San Sebastiano e San Francesco d’Assisi del XVI secolo, attribuita alla Scuola di Antonello da Messina e una notevole testa di San Giovanni in legno dipinto su piatto ligneo del 1618.

Alcara Li Fusi è conosciuta anche per l’antica arte della tessitura realizzata con antichi telai a pedale con i quali vengono realizzati dei bellissimi tappeti colorati con i ritagli di stoffe che prendono il nome di “pizzare”. In un piccolo laboratorio incontriamo la Signora Giovanna, un’arzilla e anziana tessitrice del luogo, che con vivacità e con un pizzico di nostalgia ci intrattiene con i suoi racconti dal sapore antico.

È l’ora della pausa pranzo! Ci dirigiamo verso l’Agriturismo Sidoti e tra una portata e l’altra abbiamo anche l’opportunità di ammirare il panorama del borgo da una visuale del tutto particolare.

Rientrando al paese lungo la strada, ammiriamo la monumentale Fontana Abate, costruita in epoca pre-araba quando Alcara si chiamava ancora Turiano, come dimostrano alcune iscrizioni e un caratteristico mulino ad acqua ancora ben conservato.

Una sosta nella parte medievale di Alcara, al quartiere Motta, dove è ubicata la chiesa di Maria SS. Annunziata, un tempo chiamata “Templum Magnum”, con la bellissima statua della Beata Vergine.

In paese c’è gran fermento, ci troviamo nella settimana della Passione e le varie confraternite sono alle prese con gli ultimi preparativi in vista della processione dei Misteri che si snoderà per i vicoli e le vie del paese e che avrà il suo culmine sul Calvario del quartiere “Rocca”.

La tappa di Alcara li Fusi è la 25a “invasione” che la nostra associazione fotografica è riuscita ad organizzare ed a portare a termine. Dietro ogni nostra uscita fotografica c’è sempre una preparazione di ricerca del luogo, dove ognuno di noi, nel suo piccolo, si documenta, s’informa e scrive appunti sul proprio cellulare; ma in quest’occasione particolare, al nostro segretario Alfio, va il principale merito di essere riuscito a trovare quella famosa “chiave magica” che ci ha permesso, con la squisita collaborazione degli amici del “Gruppo Volontari ANSPI”, di conoscere e scoprire un paese dal sapore antico, genuino e semplice, dove tradizione e cultura popolare rivivono nei gesti e nei sorrisi dei suoi abitanti, una sorprendente gemma incastonata in uno straordinario gioiello quale è la nostra isola: Alcara Li Fusi.

Un abbraccio

RGK