Nicosia

15 marzo 2019

Il 2019, per l’Associazione Fotografica Taoclick, è un anno un po’ speciale: è, infatti, il nostro quinto compleanno. Guardandoci indietro, possiamo ritenerci orgogliosi di quello che siamo riusciti a realizzare pur fra le tante difficoltà incontrate. L’essere riusciti a divulgare e a stimolare nel nostro piccolo la conoscenza e la curiosità per l’arte fotografica ci rende particolarmente felici. Siamo partiti piano piano, quasi in sordina e senza tante pretese, cercando di creare un piccolo gruppo di amanti della fotografia e di dare a chiunque si fosse avvicinato alla nostra associazione quel contributo di amicizia, condivisione e disponibilità per crescere insieme. Abbiamo avuto la bella opportunità di essere riusciti ad organizzare degli incontri ospitando diversi fotografi siciliani, che ci hanno onorato con la loro presenza regalandoci momenti di grande fotografia, incontri che hanno “veicolato” il nome della nostra città in giro per la Sicilia e non solo. Siamo stati a contatto con gli studenti stranieri coinvolgendoli con entusiasmo nei nostri laboratori e rendendoli partecipi delle nostre iniziative. Con mille sacrifici e con tanta passione abbiamo continuato a portare avanti quello che amiamo definire il nostro “Obiettivo Sicilia”, il nostro progetto “in itinere” incentrato sulle nostre uscite fotografiche in giro per la nostra isola. Progetto che con grande soddisfazione e fierezza abbiamo mostrato e presentato alla nostra città con un’esposizione delle nostre migliori fotografie. Certamente in tutto questo non dimentichiamo le persone, gli amici, i tanti sostenitori, le altre associazioni e le istituzioni che ci hanno fatto sentire la loro presenza. Cinque anni sono un piccolo traguardo, il nostro è anche un grande motivo di soddisfazione per chi non ha creduto in noi. Quest’anno l’anniversario è coinciso con la nostra ennesima “invasione” fotografica, la numero 24, a Nicosia in provincia di Enna.

15 Marzo 2019, concordiamo l’appuntamento alle prime luci del giorno, come di consueto. La giornata non sembra essere delle migliori per un’uscita fotografica. Confidiamo su qualche improvvisa e benevola variazione metereologica per godere qualche raggio di sole.

Raggiungere Nicosia con l’auto non fa che confermare quella che per noi, e non solo, è quasi una regola che ci ripetiamo in continuazione come un “mantra”: l’estrema necessità di esecuzione di lavori nelle strade, per ammodernarle e renderle quanto più sicure possibili. Lo sappiamo bene a cosa andiamo incontro, ma è la nostra inguaribile sete di conoscenza “mixata” ad una sana dose di follia che continua ad animare le nostre “invasioni”.

Lasciamo la nostra auto alle spalle di Piazza Garibaldi. Una bella piazza con la sua ottocentesca fontana in stile neoclassico, realizzata con blocchi di pietra locale, sullo sfondo il maestoso Palazzo Comunale, costruito tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800. Lateralmente alla piazza si trovano i Portici della Cattedrale, dedicata a San Nicola di Bari, opera di scultori di scuola gaginesca che lo realizzarono intorno al 1489-90, adoperando sei colonne in marmo ed archivolte in pietra arenaria. Interessante è la facciata della cattedrale che mostra una ricca ornamentazione romanica con aggiunte barocche. All’interno della Cattedrale, al di sopra dell’attuale volta in muratura si trova un meraviglioso soffitto ligneo a capriate interamente dipinto e che per motivi legati alla sospensione dei lavori di ristrutturazione è inaccessibile al pubblico in attesa di una sua prossima valorizzazione e fruizione. Purtroppo è un vero peccato che in Sicilia gioielli di questa straordinaria portata vengano “nascosti” per negligenza e incapacità.

Procediamo in direzione del Castello con la consapevolezza di dover affrontare scalinate senza fine. Infatti, Nicosia sorge sui poggi di quattro rupi su cui spiccano i ruderi del castello medievale. Ci avventuriamo nell’antico nucleo abitativo rupestre, fornito di pozzi con acqua di sorgente e piovana, collegato con la sommità da scalette ricavate nella roccia. La via per raggiungere l’antico borgo, adesso quasi abbandonato, è la famosa Discesa Caprai. Lungo la scalinata notiamo la chiesetta bizantina di Santa Nicolella, così chiamata in gergo nicosiano, è la più antica del paese, ovviamente dedicata a San Nicola. Da lontano con il suo imponente bastione del ponte e con l’arco a sesto acuto fiancheggiato da due torrioni, intravediamo la nostra meta: il Castello Normanno. Approfittiamo del panorama per scattare delle foto e per riprenderci dalla fatica. Guardando a valle scorgiamo e ammiriamo le tante chiese del paese, con i loro campanili e le severe absidi di epoca normanna.

Nicosia è la “città dei ventiquattro baroni”, cuore nevralgico di una Sicilia lontana nel tempo e che di quella presenza nobiliare ne porta ancora i segni nei magnifici palazzi, ma è anche la “città delle cento chiese”, di queste ne restano adesso quasi la metà e alcune di esse custodiscono opere importanti come quelle di Antonello Gagini, di Filippo Quattrocchi, di Pietro Novelli.

Dopo la doverosa pausa pranzo raggiungiamo la cima del colle del Santissimo Salvatore, sotto lo strapiombo Nicosia si mostra orgogliosa con tutto il suo fascino medievale. Quello stesso orgoglio e rispetto che i nicosiani nutrono verso il Beato Felice, al secolo Giacomo Amoroso, il religioso cappuccino che qui nacque, visse e morì.

Abbiamo il tempo di visitare la Basilica di Santa Maria Maggiore dove ammiriamo la monumentale Cona (polittico marmoreo) del 1511 di Antonello Gagini, il Crocifisso del Padre delle Misericordia realizzato, nei primi anni del ‘600, dal nicosiano Vincenzo Calamaro e la sedia di Carlo V.

Una breve sosta alla Chiesa di San Vincenzo Ferreri con gli incantevoli affreschi settecenteschi del fiammingo Guglielmo Borremans, caratterizzati da un angelo con la tromba con lo sguardo rivolto verso qualsiasi punto della chiesa in cui si ponga lo spettatore.

La classica foto di gruppo a ricordo di questa bella giornata e si riprende la strada del ritorno con la nostra mente già pronta alla prossima invasione.

Un abbraccio.

Rogika