Mineo

20 settembre 2017

L’idea di questa nostra invasione “sui generis” è nata da una lettera che Giovanni Verga, esponente di punta del verismo, inviò il 26 dicembre 1881 al fraterno amico Luigi Capuana: “… Bisogna assolutamente che tu mi faccia o mi procuri gli schizzi e le fotografie di paesaggio e di costumi pel mio volume di novelle siciliane, tipi di contadini maschi e femmine, di preti, e di galantuomini, e qualche paesaggio della campagna di Mineo, ecco quanto mi basta, ma mi è necessario. Potrai farmeli anche tu con la tua macchina fotografica da Santa Margherita …”.
Luigi Capuana, nativo di Mineo, è stato, oltre che un grande scrittore, un ottimo fotografo, al punto da poterlo annoverare in quella ampia cerchia dei fotografi pittorialisti italiani della quale faceva parte anche il famoso Wilhelm Von Gloeden.
Si organizza allora tutti insieme una visita a Villa Santa Margherita, dove il grande autore siciliano sin da bambino trascorreva con la famiglia la villeggiatura, luogo nel quale venne ambientato il racconto illustrato per ragazzi “Scurpiddu”.
Il binomio scrittura-fotografia è sempre stato motivo di discussione negli ambienti letterari e culturali del tempo e ancora di più adesso, dopo il ritrovamento, negli anni Settanta nell’abitazione del Verga in Via Sant’Anna a Catania, dell’archivio fotografico composto da lastre, negativi e strumenti appartenuti allo scrittore.
L’anno di nascita della fotografia, 7 gennaio 1839, grazie alla importante invenzione di Louis Mandé Daguerre, è coevo alla nascita degli scrittori “veristi” Capuana (28 maggio 1839) e Verga (2 settembre 1840). I critici e gli studiosi della letteratura non hanno mai preso in considerazione questa “segreta mania” degli scrittori siciliani considerandola un semplice passatempo. La critica è sempre stata ambivalente per non dire ambigua sul rapporto tra fotografia e letteratura nell’opera verista. Tra i tanti anche lo stesso scrittore Vincenzo Consolo, si è espresso in questo modo: “… non c’era insomma nessun rapporto tra la scrittura e le fotografie di Verga …”.
Eppure consultando la Treccani si legge: per gli scrittori veristi la letteratura deve “fotografare” oggettivamente la realtà sociale e umana, rappresentandone rigorosamente le classi, comprese quelle più umili, in ogni aspetto anche sgradevole.
Dopo le nostre invasioni a Vizzini, dove abbiamo visitato il Museo dell’Immaginario Verghiano, e Catania, a curiosare in casa Verga, la scelta di Mineo era una tappa obbligata.
Mineo, città natale del padre del verismo, si presenta ai nostri occhi come un paese che sonnecchia pigramente sul suo passato glorioso. Entrando dalla storica porta Adinolfo, ci rechiamo a piazza Ludovico Buglio. A sovrastare la piazza il monumento a Capuana. Nelle panchine collocate nel perimetro asimmetrico della piazza, piccoli gruppi di vecchietti attendono oziosi l’apertura del “circolo del popolo” per la consueta partita pomeridiana a tresette. Il circolo si trova proprio alle spalle della statua, è una casa bianca bassa dove campeggia una grande scritta a caratteri rossi: Partito Comunista Italiano, ancora li in bella evidenza forse per nostalgia o forse per ricordare antiche lotte contadine. Con le nostre reflex al collo ci rechiamo in Via Capuana alla volta del palazzo dello scrittore divenuto museo. La visita al museo, anche se è stata al di sotto delle nostre aspettative, ci ha comunque permesso di ammirare le stanze abitate dallo scrittore e di rivivere un periodo importante della sua vita.
Mineo, la Sicilia, così come tutti i paesi di questa nostra isola, sono uno scrigno di tesori unici e inestimabili.
Abbandonati, dimenticati, rovinati dall’incuria: tesori di cui quasi nessuno si ricorda più o fa finta di ricordare. La Sicilia si sta dirigendo verso il punto di non ritorno. In Sicilia la cultura sta morendo davanti ad occhi impietosi, davanti a braccia conserte, davanti a mani affondate nelle tasche bucate dei pantaloni.
Eppure ci sono tanti siciliani che credono ancora nei miracoli, anche noi di Taoclick ci crediamo, continuiamo a crederci. Anche se la nostra passione fotografica alla riscoperta dei luoghi poco conosciuti della nostra isola è solamente una piccola goccia nell’oceano della strafottenza forse, se non ci fosse quella goccia, all’oceano mancherebbe.
Un abbraccio a tutti.
RGK