Butera, Mazzarino E Pietraperzia

19 e 20 Novembre 2016

“Fu verso le cinco e mezza del matino che non ce la fici cchiù a ristarisinni corcato
coll’occhi sbarracati a taliare il soffitto” … la cena della sera avanti consumata insieme agli amici Alfio e Ernesto, e accompagnata da “corposi” calici di un buon rosso altro non era che il prologo alla passeggiata notturna per le vie di Butera. Tra i vicoli e le chiese del paese dei Branciforte, un leggero ma insistente venticello freddo faceva da sottofondo ai nostri “animati” discorsi. Provavo una sensazione strana, d’isolamento, di pace, ma nello stesso tempo anche di sicurezza, una sensazione bellissima come quella di sentirsi straordinariamente a casa. Ero a casa. Ero in Sicilia.
L’indomani alle sei al Bar Dante il caffè è nel sorriso del barista che ti accoglie come se fossi uno di famiglia. E’ dal nostro arrivo che il paese già ci conosce. E’ Domenica. E la piazza del paese si anima lentamente. Piccoli capannelli di persone discutono gesticolando. Un gruppo di anziani vestiti di scuro passeggia ritmicamente all’ombra dell’immancabile coppola. Mi volto e vedo Alfio conversare con un signore “proprietario” di un paio di folti baffi bianchi mentre Ernesto prepara l’auto per la partenza. Si va alla volta di Mazzarino. Dal finestrino dell’auto le campagne siciliane sono come un film muto “a colori” e ogni volta è una scoperta di questa straordinaria terra. Mazzarino ci accoglie con il suo barocco e la bellezza delle sue chiese.
Durante la visita a “’U Cannuni”, il castello con un’alta torre cilindrica, quasi come un “cannone”, che si erge verso il cielo, incappiamo in una raffica di pioggia improvvisa che ci costringe a trovare riparo immediato nella nostra auto. Giusto il tempo di sistemare le nostre reflex e proseguiamo per Pietraperzia. Vista da lontano sembra un piccolo presepe, con le casette unite, vicine vicine. Arriviamo nella tarda mattinata e complice la giornata festiva le piazze e le strade sono quasi deserte, momento ideale per fotografare in tutta tranquillità. Ci accingiamo quindi a raggiungere la parte alta del paese, la nostra meta è il Castello Barresi.
Poi mentre ci muoviamo alla ricerca di una migliore inquadratura, a un certo punto Alfio ti conduce verso un posto particolare. E’ come l’apertura del sipario di un teatro, ti trovi davanti allo spettacolo di un panorama mozzafiato. Quello che hai davanti agli occhi dalle “Serre” di Pietraperzia è di una bellezza unica, quasi irreale. Rimani in silenzio a contemplare le colline, ad accarezzare con gli occhi le nuvole e ad ascoltare i battiti ammattiti del tuo cuore e ti commuovi di tanta meraviglia. E da qualche parte, forse sospinto dal vento leggero, ti arriva un grido di dolore di questa terra, la Sicilia, che cerca amore e rispetto, cerca cose semplici e genuine, senza chiedere nessuna contropartita in cambio.
Alla prossima invasione, un abbraccio RGK