copertina 01
Il carretto siciliano risale ai primi dell’ottocento, infatti, fino al ‘700, l’isola aveva uno scarso sviluppo stradale, il governo borbonico nel 1830 si preoccupò di aprire strade di grande comunicazione, le cosiddette “regie trazzere”, erano strade fatte da grossi sentieri a fondo naturale, con salite ripidissime e curve a gomito, soggette a frane e piene di fossi; fu per questi percorsi che fu creato il carretto siciliano, con ruote molto alte, per potere superare gli ostacoli delle “trazzere”.
La prima descrizione del carretto siciliano risale al 1833, nel resoconto del viaggio fatto in Sicilia dal letterato francese Jean Baptiste Gonzalve de Nervo (1810-1897).
Esclusiva collezione di Carretti Siciliani. Una vera icona del folklore isolano che desta la curiosità di chiunque visiti questa terra. Immergetevi tra chiavi, casse di fuso e bardature che vi faranno fare un viaggio nella più autentica tradizione siciliana. Impreziosiranno l’esposizione importanti foto dedicate all’arte del Carretto risalenti ai primi del ‘900.
La mostra organizzata dal Muscà – l’Associazione Carretti Siciliani di Trecastagni è stata inaugurata il 15 maggio e rimarrà aperta fino al 31 luglio. In esposizione oltre 100 pezzi originali della tradizione popolare siciliana, tra carretti, bardature, veline, foto storiche e anche una speciale collezione di Cartelli dell’Opera dei Pupi
In esposizione oltre 100 pezzi originali della tradizione popolare siciliana, tra carretti, bardature, veline, foto storiche e anche una speciale collezione di Cartelli dell’Opera dei Pupi, manifesti pubblicitari che propagandavano l’”Opra”. Nel 2008 l’Unesco ha iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità, dopo averla originariamente proclamata nel 2001.
Solo pochi mesi fa la Sicilia ha detto addio al maestro Domenico Di Mauro, 102 anni, iscritto nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia, autodefinitosi “ultimo decoratore di carretti”, che dipingeva da quando aveva dodici anni.