Ragusa Ibla E Modica

30 e 31 Gennaio 2016

Nella stanza del B&B che il nostro scrupoloso e solerte segretario Alfio ha scelto per il nostro pernottamento a Ibla, mi ritrovo adagiato sul comodino un volume di Roberto Alajmo: “L’arte di annacarsi. Un viaggio in Sicilia”.
Lo apro, ricordo una bella frase e la vado a cercare. In quelle quattro righe si racchiude in poche parole il nostro modo e “mondo” di essere siciliani, la leggo a bassa voce con un lieve sorriso sulle labbra: “Enorme – davvero: enorme, e unica, e inspiegabile – è l’ossessione meteorologica dei siciliani. Se c’è brutto tempo si sentono in colpa, si giustificano, come se avessero invitato qualcuno a casa propria facendogli trovare la tovaglia macchiata di sugo”.
“Annacare” è in dialetto siciliano un verbo insidioso, non traducibile in italiano. L’arte di “annacarsi” prevede il muoversi il massimo per spostarsi il minimo.
“Pur restando immobile, l’Isola si muove. Non è uno di quei posti dove si va a cercare la conferma delle proprie conoscenze. È invece un teatro dove le cose succedono da un momento all’altro. È un susseguirsi di scatti prolungati, pause per rifiatare e ancora fughe in avanti”.
Non so se credere o meno ai casi della vita, certo è che il ritrovarsi in sintonia con le bellezze della nostra Sicilia, sempre e comunque, alla quale ci lega un inossidabile legame di appartenenza, è molto intimo e profondo. Parte da qui la nostra “invasione” a Ibla, Ragusa e Modica che “indossano” il loro barocco con l’eleganza di una signora d’altri tempi, di una dama antica e ammaliatrice. Con le reflex al collo ci è sembrato naturale seguire l’istinto a noi tanto caro, per incamminarci tra i vicoli nascosti e le ardue scalinate, pur di immortalare l’anima di queste cittadine/signore che attendono semplicemente di essere guardate/immortalate con gli occhi di un innamorato pieno di attese e colmo di amore. L’album che vi presentiamo è un piccolo riassunto e siamo orgogliosi di condividerlo con tutti voi. Ma non tutto si può raccontare con una foto, con un singolo scatto. Tante altre foto non siamo riusciti a scattarle. Forse volutamente, e sono quelle che restano dentro di noi. Perdonateci, non è per essere antipatici, ma a volte ci viene davvero difficile raccontare con una immagine i battiti impazziti del nostro cuore.
Per dirla in breve : “Non fai solo una fotografia con una macchina fotografica”.
Un caro saluto a tutti
Rogika