I Villaggi Schisina

22 Settembre 2015

Continuano le invasioni digitali dell’Associazione Fotografica Taoclick…..
I Villaggi Schisina sono sette piccoli villaggi costruiti dalla Regione Siciliana nel1950, sulla Strada statale 185 di Sella Mandrazzi, nel territorio del comune di Francavilla di Sicilia (ME), con lo scopo di adibirli come abitazioni per i contadini assegnatari delle terre circostanti facenti parte di ex latifondi.I sette villaggi sono costituiti da svariati agglomerati uno accanto all’altro, e i loro singolari nomi sono:
• Schisina,
• Borgo San Giovanni,
• Bucceri-Monastero,
• Pietra Pizzuta,
• Malfìtana,
• Piano Torre,
• Morfia.
Nel 1950, al tempo della riforma agraria in Sicilia, fu creato l’Ente per la Riforma Agraria in Sicilia (Eras). L’obiettivo era quello di espropriare ed assegnare i vecchi latifondi ai contadini, che a canone agevolato e dilazionato avrebbero potuto riscattare il terreno. Inoltre gli stessi avrebbero potuto ottenere dei fondi regionali.
Per i proprietari che volontariamente offrivano in vendita i loro terreni, erano previste agevolazioni. La contessa Maria Maiorca Mortillaro, cedette 748 ettari del suo feudo proprio tra Novara di Sicilia e Francavilla di Sicilia al prezzo di 22.800.000 (del 1950). I lavori furono affidati ed eseguiti dalla ditta Arcovito di Messina, per una spesa poco inferiore al miliardo di lire. L’organizzazione dei sette villaggi era così strutturata: Borgo Schisina era il villaggio centrale, quello più grazioso, fiore all’occhiello dell’Eras e centro amministrativo di tutta l’organizzazione montana. Gli altri invece erano micro-comunità costituite da piccolissime case costruite in mattoni sui vari terrazzamenti del terreno.
n tutto furono costruite 164 abitazioni, da assegnare per sorteggio, con annesso appezzamento di terreno variante tra i due e i sei ettari. Le assegnazioni furono fatte per sorteggio. Ma subito dopo 64 contadini rifiutano l’assegnazione delle terre, mentre gli altri 100 che accettarono, rifiutarono di stabilirsi in loco con le famiglie. Pertanto i villaggi rimasero vuoti. Il perché di tutto ciò venne spiegato dal fatto che benché i contadini fossero nullatenenti e poverissimi, le case a loro assegnate erano costituite da due soli locali, composti da una cucina di quattro metri per quattro e una stanza da letto di tre metri e mezzo per tre metri, senza luce elettrica, perché a quel tempo non era stata ancora costituita l’ENEL, e la SGES società in concessione non intendeva elettrificare le campagne. Inoltre nelle abitazioni non era stata prevista l’acqua corrente.
Oggi il sito che è situato fra Novara e Francavilla di Sicilia è ancora raggiungibile nonostante la strada si presenti molto dissestata.