Non ci troviamo a Vizzini, nel catanese, a fine Ottocento ma al Teatro antico di Taormina. Due archi – uno più grande posto al centro della scena e uno più piccolo e defilato a sinistra – delimitano l’immaginaria piazza, “punto di riferimento della vita sociale del paese, dei suoi pettegolezzi, della sua omertà”, centro nevralgico dell’azione scenica con il suo duplice volto: da una parte accogliente “per inneggiare al Signore”, dall’altro di completo rifiuto verso la “disonorata” Santuzza. Il paese della campagna siciliana viene così ricreato senza alcuna chiesa barocca, campanile, casa o locanda.
Turiddu Macca, ritornato nel suo paese dopo il servizio militare, ha l’amara sorpresa di trovare fidanzata con Alfio, ricco carrettiere, la sua bella innamorata Lola, che presto si sposa. Egli allora corteggia e affascina Santa per far morire di gelosia Lola, la quale durante l’assenza del marito, finisce per concedere il suo amore al giovane. Santa però, ferita nell’orgoglio e disperata, rivela a compare Alfio, tornato a casa per festeggiare la Pasqua, il tradimento della moglie. L’orgoglioso carrettiere, per difendere il suo onore offeso, sfida a duello mortale il rivale, che consapevole della colpa commessa e obbediente alle leggi della cavalleria del mondo contadino, accetta di battersi. Così Turiddu va incontro al suo destino, e fra i solitari fichidindia della Cunziria cadrà come un masso, ucciso a coltellate da compare Alfio.
Cast:
Santuzza: Marianna Cappellani
Turiddu: Delfo Paone
Alfio: Giorgio Schipa
Lola: Sabrina Messina
Mamma Lucia: Michela Moroni
Direttore d’Orchestra: Mariano Patti
Regia e Coreografia: Lino Privitera
Orchestra: Taormina Opera Stars
Coro Lirico Siciliano
Maestro del Coro: Francesco Costa
Scenografia, costumi e attrezzatura: La Bottega Fantastica di Daniele Barbera